TEORIA DEL GIALLO

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OSTINATO ASTRATTISMO

gialloesse fotografia ostinatamente astratta

DONNE SOLE

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IL PIANETA TERRA (dalle mie parti)


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INTORNO A ME

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LA MACCHIA

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BALLANDO BALLANDO



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HIGHWAY TO HELL

highway to hell

acqua dal cielo

calma piatta

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FIGURE NOTTURNE

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SERA POPOLARE

( IN SOTTOFONDO LA SIGLA DEL TG )



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FUORI FUOCO





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4 PASSI VICINO CASA

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INFINITI RITORNI

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UNA POESIA NON GUASTA

notte lampioni accesi
di luce appena tiepida di giallo
timida dalle imposte a trapelare

nostalgico si fa l’opaco della stanza
teneramente assente ciò ch’é stato

la poesia é di ” rosa velata splinder com ” mai più rintracciata

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LA MIA CITTA’

meglio vedere una volta che ascoltare cento volte

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NEBBIA 3

 

La fotografia mostra un senso, non un soggetto: un senso che gela il momento al di fuori del quale nulla ha significato.
La creazione dell’artista non sta nella scelta del soggetto, ma nella scelta dell’istante.

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4 PASSI NELLA NOTTE

Ci sono cose che nessuno riesce a vedere
prima che vengano fotografate.

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NOTTI E NEBBIE

“le fotografie, in quanto tali, non possono spiegare nulla, sono inviti alla deduzione, alla speculazione e alla fantasia”

 

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UNA FOTO HAIKU

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HAIKU

nello haiku non è soltanto l’avvenimento propriamente detto che prevale,
ma è anche ciò che a noi evocherebbe una scena dipinta o meglio una evidenza assoluta,
una piega leggera con cui viene pinzata con un gesto veloce, la pagina della vita,
la seta del linguaggio

foto gialloesse

silenzio

 

foto enzo signorelli

Io ho un amico prezioso che fa il fotoreporter, è molto bravo, lavora in giro per il mondo e ogni tanto mi regala qualche CD rom colmo di foto sue. Così poc’anzi cercavo una foto da mettere nel desktop del PC che ho dovuto sistemare e, stanco di proporre mie immagini, ho cercato nella sua cartella. Tra paesaggi esotici, attrici bellissime politici grassi e guerrieri minacciosi, è apparsa questa immagine e mi sono venute la lacrime agli occhi. Si, penso che per un po’ la vedrò apparire ogni volta che accenderò il PC.

AUTUNNO

ATMOSFERA

                                                               


Questa è una foto casualmente trovata navigando per il vasto oceano elettronico. Non sò nemmeno di chi sia, ma non si tratta di una foto qualunque e credo pertanto che vada riconosciuta al suo autore una riflessione sul significato di questa immagine.

Qualcuno è andato via. Anche se non necessariamente per un fatto tragico, qualcuno non c’è più.Si intravvede un altro ambiente infondo a sinistra tra le magnifiche ringhiere in ferro battuto della scala, e anche questo sembra vuoto, non frequentato. Quì davanti invece spicca la massa della tenda bianca come una vela gonfiata dal vento che una porta finestra lascia libero di entrare. Sembra una vela e come tale sottolinea il movimento, ma è proprio questo dinamismo a evidenziare l’immobilità di una assenza. L’ambiente è pulito, lindo elegante e queste sue qualità urlano che è vuoto per una mancanza improvvisa. L’inquadratura è leggermente inclinata a destra e questo dettaglio aggiunge un che di inquietante alla scena. Ma è il particolare dello specchio posto davanti a noi,all’altezza di chi guarda, ad imprimere il significato più profondo. E’ posto al centro ottico della inquadratura per essere evidenziato. Anch’esso è fuori asse, ma la sua inclinazione è adesso drammatica. E’ il punto centrale della raffigurazione ed è fuori dalla verticale, tutto pertanto in quella casa è fuori asse. Uno specchio non è un oggetto qualunque, esiste per mostrare, e questo mostra il vuoto, il nulla abitato, un nulla drammaticamente vissuto.